1614: pubblicazione saggio “Mercury, or The Secret and Swift Messenger”

John Wilkins è stato un prete Anglicano, scienziato (o filosofo naturale, secondo la terminologia dell’epoca), divulgatore, professore sia ad Oxford che a Cambridge, uno di fondatori della Royal Society. Nel 1614 pubblica un breve trattato dal titolo curioso. “Mercury, or The Secret and Swift Messenger: Showig How a Man My with Privacy and Speed Communicate His Thoughts to a Friend at Any Distance” (Mercurio, o il messaggero segreto e veloce: mostra come un uomo può comunicare con riservatezza e velocità i suoi pensieri a un amico a qualsiasi distanza).

Oltre che presentare vari codici e metodi per garantire la segretezza dei messaggi, il trattato presenta anche teorie sui linguaggi e sui caratteri: in questa chiave è rilevante osservare come Wilkins presenti un concetto fondamentale per la moderna informatica: si può realizzare una codifica nella quale una sequenza di due soli caratteri può rappresentare ogni altro carattere: a pag. 70 del suo trattato fa un esempio, nel quale una sequenza di 5 dei soli caratteri “a” e “b” può rappresentare 32 caratteri, quindi più dei 20 caratteri dell’alfabeto.
Citando il suo esempio: aaaaa= A, aaaab=B, aaaba=C, aaabb=D, aabaa=E, etc…

Due secoli prima della macchina differenziale di Charles Babbage, tre secoli prima dell’avvento delle moderne macchine da calcolo, abbiamo qui una prima intuizione della codifica binaria che permetterà la nascita della rivoluzione digitale.


Fonti

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