STORIE

Pensieri, curiosità e vicende dal mondo del software e dell’ Era Digitale.

Nel 1972, nel discorso The humble programmer tenuto quando gli fu assegnato il Touring Award (l’equivalente per l’informatica del premio Nobel), l’olandese Edsger Wybe Dijkstra disse “I computer automatici sono ormai con noi da un quarto di secolo. Hanno avuto un grande impatto sulla nostra società nella loro capacità di strumenti, ma in tale capacità la loro influenza non sarà che un’increspatura sulla superficie della nostra cultura, rispetto all’influenza molto più profonda che avranno nella loro capacità di sfida intellettuale senza precedente nella storia culturale dell’umanità”.

E’ proprio della sfida intellettuale che queste “storie del software” vorrebbero raccontare; di come sequenze organizzate di istruzioni (perchè di questo si tratta quando usiamo termini come software, programmi, app, codice, algoritmi) e raccolte organizzate di dati (perchè di questo si tratta quando usiamo termini come file, database, big data) rappresentino la mente del computer.

Naturalmente anche l’hardware ha un ruolo importante, ma è solo lo strumento, come lo stereo per ascoltare la musica o il pennello per dipingere. Le emozioni e i messaggi veicolati dal brano musicale o dal dipinto dipendono essenzialmente dall’autore, e solo in parte dallo strumento. Autore che nell’informatica era in origine il programmatore singolo, il “guru”, lo specialista dedicato. Oggi è sempre più un team multidisciplinare, un lavoro di squadra; perchè il ruolo del software è diventato primario per molti aspetti della nostra stessa esistenza. Significativa l’espressione inglese che riassume il concetto: “the world runs on code”.


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