Lovelace, Ada (1815-1852)

Augusta Ada Byron, figlia di Lord Byron, nota come Ada Lovelace, aveva una grande passione per la matematica e e collaborò a lungo con Charles Babbage al progetto della “macchina analitica”.

Nel 1843 pubblicò la traduzione dal francese all’inglese di un articolo sulla Macchina Analitica che l’ingegnere italiano Luigi Menabrea aveva scritto in occasione del viaggio a Torino di Charles Babbage del 1840. La traduzione di Ada ampliava significativamente il testo originale di Menabrea,  con numerose note e commenti esplicativi che dettagliavano il funzionamento della Macchina Analitica.

Le sue note includevano inoltre una descrizione dettagliata della sequenza dei passi necessari per risolvere certi problemi matematici, una sorta di prototipo di quello che poi verrà chiamato “algoritmo” o anche “programma” ; per questo motivo  Ada Lovelace viene spesso considerata come la “prima programmatrice”.

Dato lo stretto rapporto di collaborazione con Babbage,  è comunque difficile determinare in che misura vadano suddivisi i rispettivi contributi. 

Un altro aspetto che sicuramente qualifica la rilevanza delle note di  Ada Lovelace sono le sue speculazioni su come l’Analytical Engine potesse manipolare entità generali oltre che numeri. Famoso il suo aforisma: “La Macchina Analitica tesse figure geometriche come il telaio di Jacquard tesse fiori e foglie” (The Analytical Engine weaves algebraic patterns just as the Jacquard loom weaves flowers and leaves.)

Questa sua visione, che appare superare la concezione dello stesso Babbage della Macchina Analitica come strumento di calcolo, può essere considerata come il primo riferimento alle possibilità di espandere il ruolo della macchina a strumento di computazione, cioè di trattamento generalizzato di simboli ed informazioni:  anticipando di  oltre un secolo la nascita del moderno concetto di elaboratore.  


Fonti



error: