Mathews, Max (1926-2011)

Max Mathews viene considerato il padre della musica digitale. Dopo aver conseguito il dottorato in ingegneria elettronica al MIT viene assunto dai Bell Labs nel 1955. Trattandosi di un laboratorio di ricerca della compagnia telefonica AT&T, i temi di interesse erano il trattamento e trasmissione della voce umana; Mathews lavora sulle problematiche dell’acustica, su come utilizzare i computer per registrare o emettere suoni.

Dalla voce alla musica il passo è breve. Appassionato di musica, Mathews sviluppa un programma per produrre musica, MUSIC I (Music Uno). Anche se Geoff Hill aveva già effettuato altri esperimenti sul computer CSIRAC a Sydney in Australia nel 1951, la disponibilità di MUSIC I nel 1957 può essere considerata l’atto di nascita della musica digitale. Il programma girava su un mainframe IBM 704, una macchina che con le varie periferiche (terminali, stampante, nastri) poteva occupare lo spazio di un’aula scolastica.

Per la riproduzione di un brano di pochi secondi, il computer doveva lavorare per un’ora; ma opo gli studi teorici, questa era la conferma che un computer, anche se lento e non ancora in tempo reale, poteva produrre (sintetizzare) suoni, qualsiasi suono, e quindi produrre “musica”.

Come lo stesso Mathews scrisse in un articolo nel 1963 apparso sulla rivista Science: “Non ci sono limiti teorici alle prestazioni di un computer come fonte di suoni musicali”.

A partire da fine 1968 Max Mathews e Richard Moore iniziano lo sviluppo di GROOVE (Generated Real-time Operations On Voltage-controlled Equipment), (generatore di operazioni in tempo reale su sistema controllato a tensione elettrica), un famoso sintetizzatore ibrido in tempo reale.

Mathews è stato dirtettore dell’ “Acoustical and Behavioral Research Center at Bell Laboratories” dal 1962 to 1985, e successivamente professore di Ricerca Musicale alla Stanford University.


Fonti

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