Shannon, Claude (1916-2001)

Il giovane “graduate student” Claude Shannon, appena giunto al MIT nel 1936, aveva ricevuto dal suo professore Vannevar Bush l’ingrato compito di programmare l’ “Analizzatore differenziale”. Questo era un calcolatore meccanico, sostanzialmente un insieme di leve ed ingranaggi, una meraviglia di ingegneria scientifica per i tempi, ma purtroppo molto complicato da regolare e mantenere in efficienza.

La “programmazione” per la soluzione di uno specifico problema comportava la regolazione manuale degli ingranaggi. Questa era una operazione noiosa e laboriosa, e spesso Shannon doveva contemporaneamente regolare e riparare le frequenti anomalie di una struttura meccanica così complessa.

Spinto da Bush a basare la sua tesi di specializzazione sul funzionamento logico dell’ “Analizzatore differenziale”, Shannon cercò un metodo per migliorarlo, utilizzando circuiti elettrici invece di congegni meccanici. Pensò quindi di realizzare dei circuiti che, utilizzando i principi dell’algebra booleana appresi durante gli studi, potessero riconoscere degli stati logici ed effettuare dei calcoli.

La sua tesi Un’analisi simbolica dei relè e dei circuiti”, pubblicata nel 1938, nella quale presentava questa nuova idea, fu subito giudicata brillante e accolta con grande interesse. Le sue idee vennero quasi immediatamente applicate nella progettazione dei sistemi telefonici (una tecnologia in rapida espansione in quel periodo).

Questo suo lavoro è uno dei pilastri della evoluzione della moderna informatica. Dopo mezzo secolo, Shannon, personaggio schivo, minimizzava ancora il ruolo delle sue idee, scrivendo “è semplicemente capitato che nessun altro fosse familiare in entrambe queste discipline nello stesso momento”.

Nel 1948, come ricercatore dei Bell Labs, pubblica sulla rivista aziendale Bell System Technical Journal il suo altro importante contributo scientifico, l’articolo “A Mathematical Theory of Communication”. Stranamente l’articolo non desta fra i colleghi dei Bell Labs grande interesse.

L’anno successivo questo articolo viene ripubblicato, insieme ad una prefazione del matematico Warren Weaver, nel libro” The Mathematical Theory of Communication“. Questa piccola differenza nel titolo, e la fama di Warren, contribuiscono alla rapida diffusione del libro e del concetto che verrà definito “Teoria dell’informazione”, cioè la definizione matematica e la misura della informazione trasportabile con simboli binari, zero e uno, che in questa opera vengono descritti per la prima volta utilizzando il termine “bit”.

Viene quindi introdotto un nuovo concetto, che oggi diamo per scontato, ma che rappresenta una pietra miliare per la storia dell’informatica: ogni tipo di informazione (documenti, immagini, suoni) può essere convertito in una sequenza di bit e trasferito da un punto ad un altro. Altro concetto fondamentale .A conferma della personalità riservata di Shannon, è utile sottolineare che  questo lavoro, se non fosse stato per l’insistenza dei suoi colleghi, non sarebbe mai stato pubblicato!


Fonti

error: