1969-10-26: primo messaggio sulla rete ARPANET

Verso la fine degli anni 1960 era già possibile accedere ai computer, anche da remoto, tramite terminali. Il time-sharing permetteva di interagire in tempo “quasi” reale, come se il computer fosse a disposizione di ogni singolo utente. Da alcuni anni però si stava sviluppando il concetto di una connessione diretta fra computer, in modo che questi potessero scambiarsi dati e programmi.

Per permettere una vera comunicazione “in rete” di dispositivi intelligenti, nella quale ogni dispositivo potesse scambiare dati con ogni altro, sarebbe stato necessario stabilire una maglia di connessioni fisiche (tramite linea commutata o dedicata) di ciascun nodo con ogni altro; soluzione evidentemente non praticabile al crescere del numero di nodi.

L’alternativa, cioè una sorta di connessione “logica”, era stata formulata per la prima volta nella tesi di dottorato di Leonard Kleinrock al MIT nel 1962. Il concetto era quello di suddividere i dati in unità che identificassero il mittente e il destinatario, e potessero essere accodate e inoltrate in modo indipendente dalla topologia delle connessioni.

Il concetto fu poi sviluppato da Paul Baran della RAND Corporation, che preparò uno studio per l’Aviazione USA nell’agosto 1964. Nel 1965 in Inghilterra Donald Davies del British National Physical Laboratory progettò un sistema di commutazione del tipo “store and forward”; in una proposta del giugno 1966 Davies utilizzò il termine “pacchetto” per riferirsi al blocco di 128 byte di dati che sarebbe stato utilizzato nella rete. Solo dopo aver pubblicato questa sua ricerca, venne a conoscenza della precedente proposta di Paul Baran.

NEL 1967 in USA Lawrence G. Roberts proveniente dal MIT, dove aveva lavorato sui sistemi time sharing e aveva pubblicato l’articolo “Towards a Cooperative Network of Time-Shared Computers”, fu nominato Program Manager e direttore dell’ARPA.

Nell’ottobre di quell’anno incontrò i componenti del team inglese di Donald Davies e componenti della RAND, e discusse con loro le basi della nascente ARPANET. L’obiettivo iniziale era realizzare una rete affidabile e ridondante, che fosse in grado di funzionare anche in caso di guasti ad una parte della rete.

E’ intuibile come lo stato delle relazioni con l’URSS possa aver motivato questa impostazione. L’adozione della tecnologia a commutazione di pacchetto, ideata in precedenza in ambito accademico, apparve quindi come la scelta ideale per realizzare in tempi rapidi gli obiettivi di progetto.

Un’altra importante decisione che si rileverà decisiva per il successo di ARPANET fu quella di adottare presso ogni nodo della rete una unica macchina come interfaccia con i vari modelli di computer presenti nelle sedi degli utenti. Questa macchina, chiamata Interface Message Processor (IMP), avrebbe avuto il compito di “adattare” formati e modalità di colloquio normalmente incompatibili fra modelli di vari costruttori, e spesso anche fra i modelli dello stesso costruttore.

Il 26 ottobre 1969 venne scambiato il primo messaggio fra i due nodi di ARPANET; questa data viene quindi considerata come simbolico atto di nascita di quella che, solo dopo molti anni, verrà chiamata Internet: termine che si riferisce alla interconnessione delle varie reti indipendenti che nel frattempo si erano diffuse a livello mondiale.


Fonti


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